In questa seconda parte del post, si parlerà di una forma di bullismo poco conosciuta ma molto diffusa, quello femminile. Questa forma di fenomeno, subdola e pericolosa è molto praticata tra le ragazzine. Questa tipologia di comportamento fa leva sulla parte strettamente psicologica della vittima motivo per cui è anche chiamato bullismo psicologico. Il bullismo maschile e quello femminile hanno in comune la enorme capacità distruttiva e l’ incisività sull’autostima e sulla capacità di relazione; il bullismo femminile tuttavia arriva lì dove la violenza fisica, spesso espressione tipica del sesso maschile, non arriva e riesce a raggiungere obiettivi che appunto nel bullismo tra maschi non sono percepiti come soddisfacenti e quindi non ricercati.
Ciò a cui mira questa tipologia di bullismo è non la violenza fisica quindi, ma la distruzione dell’ immagine esteriore ed interiore della vittima. L’escalation di questo fenomeno avviene nell’adolescenza e tipicamente presenti sono la calunnia, l’ ostracismo del gruppo, le prese in giro sul fisico, sul modo di vestire sul carattere e così via. Tali atteggiamenti hanno lo scopo di rafforzare l’immagine di colei che effettua bullismo rispetto al resto del gruppo oltre che di puro divertimento.
L’attività è di capire prima il punto debole della vittima per poi infierire in modo assai continuativo e costante, fino a quando non riescono a smontare le difese della vittima. È ben comprensibile quali possano essere gli effetti di tali meccanismi su una personalità ancora in divenire e quindi non ancora bene strutturata. A tal proposito è importante dire che in primo luogo a risentirne è indubbiamente il senso di sicurezza nei confronti del gruppo e l’autostima, poi lo stile relazionale e quindi l’approccio con gli altri.
Ciò, con il passare del tempo, può portare inevitabilmente ad un’ autoesclusione da parte della persona verso tutte le relazioni sociali, con conseguenti psicosomatizzazioni o nei casi più gravi esordi di disturbi alimentari come l’anoressia (in quanto il corpo è uno dei bersagli principali del bullismo psicologico) o ancora sindromi depressive di varia entità. Accanto a queste manifestazioni sintomatologiche alcuni giovani arrivano addirittura a lasciare la scuola e a rinchiudersi sempre più in se stessi, perdendo l’energia vitale per affrontare le situazioni.Tale comportamento nei casi più estremi e qualora ci fossero già predisposizioni temperamentali e difficoltà familiari potrebbe portare al suicidio.
L’identikit della “bulla” può essere delineato come l’essere prepotente, il non accettare regole e a livello relazionale la modalità di facile allontanamento da chi è diverso da lei; le bulle hanno sete di potere e sono aggressive e spietate. Facendo un parallelismo con il mondo animale, la bulla s’atteggia ad “ape regina” e si circonda di altre api (i membri del gruppo) isolando chi non le è gradita.
Si organizza, pianifica, sceglie con cura la vittima, utilizzando un’ aggressività molto sottile ed insincera. Al contrario, invece l’ identikit della vittima può essere rappresentato come una personalità fragile, timida, con disagi fisici o sociali ben visibili, talvolta come una persona molto bella ed appariscente che non sa reagire ai piccoli e grandi soprusi.
Assai raro se non inesistente è la difesa da parte dei restanti membri del gruppo che tendono a non manifestare le loro opinioni ed eventuali difese verso la vittima. La caratteristica peggiore di questo bullismo psicologico è che si maschera molto bene e che quindi è tenuto ben nascosto, per tali motivi sia da parte dei genitori che degli insegnanti è difficilissimo se non impossibile riuscire ad individuarlo; questo atteggiamento infatti crea le condizioni perché la vittima non riesca a dimostrare nulla di ciò che è accaduto. Per questo motivo è essenziale che da una parte chi si ritiene vittima di forme di bullismo ne parli, ma dall’altra gli adulti a cui ci si rivolge non sottovalutino il problema ma aiutino con costanza e determinazione chi a loro si è rivolto al fine di non lasciarlo solo in una situazione così difficile e scarsamente gestibile.
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