Guerra e Terrorismo
19/08/2014

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Credo andrebbe fatta una riflessione razionale, senza tifoserie, preconcetti e pregiudizi, sul concetto di Terrorismo. Partendo da quella che può essere una definizione facilmente condivisibile: terrorismo è uccidere persone inermi e innocenti. Tuttavia questo succede anche in ciò che chiamiamo “guerra”, in quelle che chiamiamo “guerre preventive”, “guerre giuste”, “guerre al terrorismo” ecc ecc

Certo il terrorismo, qualcuno sottolinea, è anche una strategia sociale che colpisce le persone psicologicamente, facendole vivere nella paura e nell’aspettativa che qualcosa di terribile possa capitare loro in qualunque momento e in qualunque luogo. Il timore di poter essere colpiti nei propri affetti, che non esista un luogo sicuro, che non si possa pensare al domani avendo una perenne spada di Damocle sulla testa.

Tuttavia, anche qui, chi subisce una guerra non credo riesca a vedere queste sottili differenze. Un missile può sempre colpire la scuola dove si trova tuo figlio, un drone può sempre bombardare la tua casa o il luogo dove lavori. In sintesi chi subisce una guerra non credo sia più tranquillo di chi subisce il terrorismo.

Quindi la differenza tra guerra e terrorismo qual è? Nei motivi che scatenano il conflitto? Nel come vengono raccontate e presentate le ragioni dal punto di vista mediatico? dal quanto sono sofisticati i congegni di morte utilizzati?

Missile intelligente stiamo parlando di guerra; bomba fatta in casa si tratta di terrorismo?

Ho come il sospetto che queste definizioni siano funzionali soltanto al convincere un’opinione pubblica che ci siano dei buoni e dei cattivi. Eppure se uno abbassa il rumore mediatico appare abbastanza chiaro che, chiamalo come vuoi, ma chi uccide degli innocenti nella fazione dei “buoni” proprio non ci può stare…

In Afghanistan, Iraq, Libia e a Gaza abbiamo combattuto guerre giuste, ci dicono.
Abbiamo abbattuto regimi terribili, disarmato pericolosi assassini, salvato persone, esportato democrazia, dato opportunità. Già. Spendendo carrellate di soldi e di parole, tra l’altro.
Proprio in Iraq, gli americani (e non solo loro) sono stati più di dieci anni. Hanno speso capitali immensi (sia in termini economici che umani) e il risultato? Una devastazione civile, sociale, economica, politica e morale.

“Un paese in preda al caos, con un regime fantoccio che, per di più, sembra sull’orlo del colpo di stato e con un esercito che si è squagliato come un ghiacciolo, lasciando le proprie armi ai “terroristi”. Ma, soprattutto, dopo 13 anni di “crociata” contro Al Qaeda, dopo l’uccisione di Bin Laden e di molti altri leader dell’organizzazione, si ritrovano con una Al Qaeda più forte di prima che è sul punto di ingoiarsi l’intero Iraq” [Aldo Giannuli]

Terrorismo e Guerra sono tristi sinonimi, due facce della stessa medaglia che talvolta è comodo utilizzare per fare politica, per ottenere consenso, per restare al potere, per fare i propri interessi. L’ipocrisia di chi usa i morti per i propri scopi e la notte continua a dormire tranquillo. Di chi ha perso l’anima se mai ne ha avuta una.

Ho come l’impressione che nella fazione dei “Buoni” non ci sia più nessuno.
Ho il triste sospetto che non sia mai realmente esistita.